venerdì 27 marzo 2009

Troppi allenatori e pochi giocatori a sinistra

Grazia Paoletti, associazione Luigi Longo
E' da tempo che non intervengo su questo sito poichè spesso i blog, senza eccezione, raggiungono livelli di volgarità, di livore, di rissosità (il tutto in senso politico, non per perbenismo!) che li rendono indisponenti e pertanto inutili. Ci si dovrebbe occupare di ricostruire la sinistra, non dimentichiamolo, oppure vogliamo estinguerci frantumati in mille pseudo sinistrine autoreferenziali?
Molti eventi, recenti e meno, hanno suscitato speranze e aspettative poi vanificate: dal congresso DS con l'uscita dei compagni (e rivendico a loro ed a me questo nome!) per ricostruire in Italia una grande e moderna forza del socialismo, lo stesso che è nelle radici anche di noi comunisti, passando per l'assemblea nazionale organizzata al Palazzo dei Congressi dell'EUR il 5 maggio 2007, fino a tante altre situazioni, compresa la nascita di SD con Mussi e Fava, di Unire la Sinistra di Guidoni, e infine del Movimento di Nichi Vendola a Chianciano.
E'stata incoraggiante la ricomparsa alle riunioni ed il rimettersi in gioco sul territorio di moltissimi compagni che da tanti anni, troppi, si erano disimpegnati o rinchiusi in piccole comunità settoriali. E soprattutto è stato entusiasmante l'emergere con foga di tanti giovani, associazioni, movimenti, singoli, desiderosi di partecipare per costruire una sinistra degna di questo nome ed all'altezza delle sfide del terzo millennio.
Sfide a fronte delle quali noi figli del ‘900, che pure abbiamo assorbito tanta della cultura del secolo breve e lunghissimo insieme, ci sentiamo un po' disarmati, carenti, e speriamo in una nuova linfa. Non nel parricidio, che di rado funziona, ma in una contaminazione fra generazioni, con culture politiche e modalità di fare politica partecipata che finora erano patrimonio solo di alcuni gruppi più avanzati, a cominciare dal femminismo.
Ebbene, appena sono comparse ad un orizzonte abbastanza ravvicinato le elezioni, questo ha buttato all'aria tutto il puzzle che ci stavamo impegnando a costruire, risparpagliandone i pezzi: così oggi sembra che non se ne venga più a capo, con qualcuno che pare si accontenti di riformarne un angolino, fatto di pochi pezzetti, pochi ma SUOI, e lo contempli come se fosse il mondo.Un atteggiamento inutile e dannoso.
Bene, compagni che ancora pensate ad una sinistra, sarebbe importante a questo punto concentrarsi sui programmi di questo eventuale insieme, ed invece questo lavoro è latitante.
Certamente non vi si supplisce avanzando per la formulazione delle liste nomi più o meno roboanti, che si presume avere appeal. Ho sentito parlare di lanciare nella corsa per Strasburgo nobilissime persone come Battiato (una delle mie passioni giovanili) o Camilleri. Ma per favore, cosa c'entrano con la politica della sinistra, anche se (e lo ignoro) fossero "di sinistra"?
Perché, come invocano tanti, non si tengono in considerazione i territori dove soprattutto si possano elaborare programmi da confrontare e sistemare in una sintesi che abbia valenza nazionale, generale?
Bisogna uscire dalla genericità di enunciazioni, peraltro sacrosante ma insufficienti,tipo "aumentare gli ammortizzatori sociali" o "tassare i ricchi".Determiniamo obbiettivi, strumenti, risorse. Questa è la base per una seria programmazione, che un tempo era il cavallo di battaglia della sinistra, mentre oggi si evita addirittura di pronunciarla. Abbiamo, fra tutte le forze che vogliono partecipare al processo di costruzione della sinistra, movimenti, associazioni, pezzi di partiti, singoli, enormi risorse culturali ed intellettuali, che i nostri avversari a destra non si sognano neanche.
A sinistra la critica non manca, ma per fare un esempio che alleggerisca il contesto, sono tutti allenatori e poi latitano i bravi giocatori, chi scende direttamente in campo esponendosi di persona, partecipando ad una grande costruzione ognuno con il suo mattoncino.
E' necessaria una nuova forza politica unita nella sua essenza ma plurale nelle sue componenti e radici, che sia in grado di conquistare il potere per dare risposte ai cittadini, ai loro bisogni ed ai loro sogni, e di offrire soluzioni ai gravi problemi del paese nell'interesse di tutti, a cominciare dalle classi più sfavorite e fino alle industrie soggette alla crisi mondiale che devono poter creare lavoro e ricchezza nazionale da redistribuire. Che abbia insomma una cultura di governo.
Bisogna riscoprire oggi il vero significato dell'espressione "interesse generale", che fa parte del patrimonio politico e culturale della sinistra e che è un grande contenuto della Costituzione, la piena attuazione della quale è il primo passo per dare veramente un spinta in positivo al nostro paese.