Omaggio a Luigi Longo a 25 anni dalla sua morte
Nel celebre dipinto “La battaglia di Punta dell’Ammiraglio” che raffigura la sconfitta dell’esercito borbonico da parte dei volontari garibaldini, il famoso pittore Renato Guttuso volle rappresentare Luigi Longo al fianco di Giuseppe Garibaldi per sottolineare, come ebbe a dire, la stretta continuità tra la Resistenza ed il Primo Risorgimento. Nacque da qui l’appellativo di “Garibaldi del Novecento” che accompagnò per molti anni colui che sarebbe stato il futuro segretario del Pci, carica cui fu eletto dopo la morte di Palmiro Togliatti nell’agosto 1964. Questa affascinante similitudine in realtà si presta molto alla figura di Luigi Longo che, già nella Guerra di Spagna, si era distinto alla guida della Brigate Internazionali delle quali con lo pseudonimo di “Comandante Gallo” era diventato Commissario di Divisione ed Ispettore Generale. Luigi Longo infatti era stato il fondatore e l’animatore delle Brigate Garibaldi che tanta parte ebbero nella vicenda della Resistenza Italiana tra il ’43 ed il ’45 nel consentire la Liberazione del Nord Italia occupato dalle armate tedesche e controllato dai fascisti della Repubblica Sociale con sede a Salò. Longo si pose anche il problema, apparentemente irrisolvibile, di superare le divisioni che si erano manifestate tra i gruppi e le formazioni partigiane di diverso orientamento politico, che ne indebolivano fortemente l’efficacia di azione. Nacque così, non senza intuibili difficoltà, il Corpo Volontari della Libertà (CVL) del quale, nel dicembre 1944, Luigi Longo divenne Vicecomandante insieme a Ferruccio Parri sotto il comando unico del generale Raffaele Cadorna, che ammetterà onestamente in un suo diario di esercitare “un potere poco più che formale” essendo i due Vice coloro che reggevano “con forti ed abili mani la ribellione”. L’azione partigiana unitaria consentì al nostro Paese di riscattare la sua disonorevole alleanza con Hitler e la violenta aggressione nei confronti di molti Paesi europei e del Nord Africa. Se le sanzioni decise dai vincitori della 2a Guerra Mondiale nei confronti dell’Italia furono contenute lo si deve senza dubbio al ruolo fondamentale della Resistenza nella sconfitta dei nazifascismi nel nostro Paese. Non è un caso che gli stessi alleati, per mano del generale americano Clark, vollero insignirlo a fine conflitto di una tra le più prestigiose decorazioni militari statunitensi: la “Bronze Star”. Longo ebbe, in seguito, un ruolo fondamentale nella ricostruzione, prima di tutto morale, del Paese dopo il ventennio della dittatura ed una spaventosa guerra mondiale. Componente dell’Assemblea Costituente e parlamentare per molti anni, diventò –come detto- segretario del Pci ed in questo ruolo affrontò con lucidità ed apertura sia la questione del nuovo rapporto con il mondo cattolico, che era uscito positivamente influenzato dal pontificato di Giovanni XXIII, sia la “contestazione giovanile”, che si innestava nel grande movimento internazionale del ’68, sia, infine, la grande ed esaltante stagione delle lotte operaie degli anni ’70 e quella meno esaltante e più tragica del terrorismo. Ma basterebbe ricordare il grande ruolo che Luigi Longo ebbe per la causa della libertà dei popoli e della democrazia sia nella difesa della repubblica spagnola che nella Resistenza italiana per rilevare il grande debito che tutti abbiamo nei suoi confronti. Eppure, nella nostra frenetica e falsamente moderna società, non si è trovato il tempo – se non in sporadiche ancorché lodevoli iniziative locali – di ricordare nel 60° anniversario della Liberazione la figura di questo gigante della nostra storia nazionale e non solo. Ricordiamolo almeno in occasione in occasione dei 25 anni dalla sua morte avvenuta a Roma il 16 ottobre del
Nel celebre dipinto “La battaglia di Punta dell’Ammiraglio” che raffigura la sconfitta dell’esercito borbonico da parte dei volontari garibaldini, il famoso pittore Renato Guttuso volle rappresentare Luigi Longo al fianco di Giuseppe Garibaldi per sottolineare, come ebbe a dire, la stretta continuità tra la Resistenza ed il Primo Risorgimento. Nacque da qui l’appellativo di “Garibaldi del Novecento” che accompagnò per molti anni colui che sarebbe stato il futuro segretario del Pci, carica cui fu eletto dopo la morte di Palmiro Togliatti nell’agosto 1964. Questa affascinante similitudine in realtà si presta molto alla figura di Luigi Longo che, già nella Guerra di Spagna, si era distinto alla guida della Brigate Internazionali delle quali con lo pseudonimo di “Comandante Gallo” era diventato Commissario di Divisione ed Ispettore Generale. Luigi Longo infatti era stato il fondatore e l’animatore delle Brigate Garibaldi che tanta parte ebbero nella vicenda della Resistenza Italiana tra il ’43 ed il ’45 nel consentire la Liberazione del Nord Italia occupato dalle armate tedesche e controllato dai fascisti della Repubblica Sociale con sede a Salò. Longo si pose anche il problema, apparentemente irrisolvibile, di superare le divisioni che si erano manifestate tra i gruppi e le formazioni partigiane di diverso orientamento politico, che ne indebolivano fortemente l’efficacia di azione. Nacque così, non senza intuibili difficoltà, il Corpo Volontari della Libertà (CVL) del quale, nel dicembre 1944, Luigi Longo divenne Vicecomandante insieme a Ferruccio Parri sotto il comando unico del generale Raffaele Cadorna, che ammetterà onestamente in un suo diario di esercitare “un potere poco più che formale” essendo i due Vice coloro che reggevano “con forti ed abili mani la ribellione”. L’azione partigiana unitaria consentì al nostro Paese di riscattare la sua disonorevole alleanza con Hitler e la violenta aggressione nei confronti di molti Paesi europei e del Nord Africa. Se le sanzioni decise dai vincitori della 2a Guerra Mondiale nei confronti dell’Italia furono contenute lo si deve senza dubbio al ruolo fondamentale della Resistenza nella sconfitta dei nazifascismi nel nostro Paese. Non è un caso che gli stessi alleati, per mano del generale americano Clark, vollero insignirlo a fine conflitto di una tra le più prestigiose decorazioni militari statunitensi: la “Bronze Star”. Longo ebbe, in seguito, un ruolo fondamentale nella ricostruzione, prima di tutto morale, del Paese dopo il ventennio della dittatura ed una spaventosa guerra mondiale. Componente dell’Assemblea Costituente e parlamentare per molti anni, diventò –come detto- segretario del Pci ed in questo ruolo affrontò con lucidità ed apertura sia la questione del nuovo rapporto con il mondo cattolico, che era uscito positivamente influenzato dal pontificato di Giovanni XXIII, sia la “contestazione giovanile”, che si innestava nel grande movimento internazionale del ’68, sia, infine, la grande ed esaltante stagione delle lotte operaie degli anni ’70 e quella meno esaltante e più tragica del terrorismo. Ma basterebbe ricordare il grande ruolo che Luigi Longo ebbe per la causa della libertà dei popoli e della democrazia sia nella difesa della repubblica spagnola che nella Resistenza italiana per rilevare il grande debito che tutti abbiamo nei suoi confronti. Eppure, nella nostra frenetica e falsamente moderna società, non si è trovato il tempo – se non in sporadiche ancorché lodevoli iniziative locali – di ricordare nel 60° anniversario della Liberazione la figura di questo gigante della nostra storia nazionale e non solo. Ricordiamolo almeno in occasione in occasione dei 25 anni dalla sua morte avvenuta a Roma il 16 ottobre del
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