giovedì 30 ottobre 2008

LA COSTITUZIONE E I DIRITTI INVIOLABILI DELLA PERSONA
Grazia Paoletti

INTERVENTO SVOLTO AD UNA INIZIATIVA SULLA COSTITUZIONE, PROMOSSA DA ARCIGAY ALLA FESTA DELL’UNITA’ DI BOLOGNA IL 13 9 2008, CON RAIMONDO RICCI, SERGIO DEL GIUDICE E GRAZIA PAOLETTI.

La Costituzione concepisce la democrazia come libertà di ciascuno e di tutti dentro un sistema di rapporti di reale uguaglianza, per cui lavoro, sapere, dignità della vita umana sono riconosciuti come bisogni e dunque tradotti in diritti di cui lo Stato e la società sono garanti ed ai quali devono dare piena risposta.[i]
La nostra Costituzione è la migliore mediazione raggiungibile fra soggetti –comunisti,socialisti, liberali, laici, cattolici ecc.- di diversa estrazione ideologica.
Oggi si ripropone in pieno per il nostro paese la questione della democrazia, che ha i suoi fondamenti nella Costituzione che assumiamo come riferimento irrinunciabile. Non a caso il revisionismo storico è tutto diretto a vanificare il senso storico e la portata democratica dell’antifascismo e della Resistenza. Assistiamo continuamente all’apologia del fascismo da parte di membri autorevoli di una forza di governo e si fa il tiro al bersaglio sul ’68. Mai prima d’ora le forme della vita culturale, dell’istruzione a tutti i livelli, della comunicazione, dell’organizzazione del lavoro e della divisione sociale di ogni tipo di attività, i comportamenti politici e culturali, erano stati così stravolti; mai si era verificato un attacco così netto al sapere critico, cui si sostituisce un sapere puramente operativo in una scuola sempre più di fatto orientata in funzione della cultura d’impresa.
Si stanno determinando e si sono determinati atti incostituzionali che hanno travolto la scuola pubblica imprigionandola nelle logiche della privatizzazione globale; si è messa la salute dei cittadini alla mercè dei privati, si è portato progressivamente la cultura, la ricerca, lo studio, lo spettacolo, la formazione, la comunicazione a dipendere sempre di più dal privato.
Nella società si assiste ad una estrema divisione degli uomini e delle donne in ricchi e poveri, questi ultimi progressivamente deprivati dei diritti che la prima parte della Costituzione riconosce a tutti i cittadini. Non c’è più posto per gli ideali e le parole d’ordine della rivoluzione borghese, per la libertà, la fraternità, l’uguaglianza. Si registra una scissione sempre più marcata tra i principi sanciti nella Carta Costituzionale e la loro effettiva attuazione.
Questo capitalismo mondializzato si porta dentro nella sua dinamica, nel suo comportamento, nella sua cultura, nella sua concezione e pratica del mondo, un nuovo fascismo.[ii]
Il nostro compito allora è quello di capire e disvelare tale situazione, attuare e difendere la Costituzione antifascista, di cui molti principi che vi sono enunciati sono ancora lettera morta, tanto da far usare l’espressione “democrazia ancora incompiuta”.[iii]

I primi articoli ci dicono tutto. La Carta garantisce i diritti inviolabili della persona, tutti i diritti naturali preesistenti alla formazione dello Stato: diritto di vivere, di muoversi, di parlare liberamente, di formarsi una famiglia, il diritto all’onore ed alla dignità personale ecc., sia come singolo che nelle formazioni sociali. A ciò corrisponde il dovere corrispettivo di garantirli agli altri, quindi rispetto della vita, dell’onore, della dignità, della libertà altrui.
Accanto alla uguaglianza di diritti di tutti i cittadini la Carta pone la uguaglianza di fatto, la pari dignità sociale e l’uguaglianza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione,di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E si afferma che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Successivamente la Costituzione specifica i diritti relativi ai rapporti civili, politici ed economici esplicitando e sostanziando le libertà dei cittadini.
Ma già l’art 3 con la frase “rimuovere gli ostacoli” implica che lo Stato deve permettere, anzi realizzare e favorire tutti i diritti di cui si è parlato, a cominciare dai diritti naturali. E qui allora, ad esempio, si vede come oltre che inaccettabile umanamente sia al di fuori dello spirito della Costituzione l’atteggiamento dell’attuale governo verso gli immigrati che non garantisce la dignità della persona, e analogamente i vari regolamenti locali contro gli ultimi, i lavavetri, i mendicanti. Tanto più sono fuori dallo spirito della Carta gli ostacoli contro le coppie di fatto comunque composte, l’impedire il diritto a formarsi una famiglia ed il non riconoscimento di dignità e di valore anche giuridico a legami stabili fra due persone qualunque sia il loro orientamento sessuale. In questo campo bisogna dire che non si sono distinti per ampiezza di vedute neanche i parlamenti ed i governi precedenti, grazie anche alle perenni forti interferenze del Vaticano nella politica italiana.
Ma sarebbero tanti gli esempi della creazione di ostacoli piuttosto che della rimozione di essi come impone la nostra bellissima Costituzione nel suo art.3.

[i]Per la prima parte dell’articolo sono debitrice a Luigi Pestalozza, organizzatore ed anima del convegno “La Costituzione e i poteri” Milano 1995, di cui sono pubblicati gli Atti nei Quaderni di Rifondazione febbraio 1996
[ii] Edward Luttwak cit.idem
[iii] Giuliano Pisapia. idem

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