mercoledì 15 ottobre 2008

Riflessioni dopo la riunione del 20 settembre 2008

Finalmente il 20 settembre si è prodotta un'accelerazione del processo di ricostruzione della Sinistra evocato dall'assemblea del Palaeur il 5 maggio 2007. Questa accelerazione risponde alle aspettative di quel “popolo della sinistra” che si mostrò numeroso, entusiasta e disponibile all'obbiettivo di dar vita ad una Sinistra unita in Italia che mettesse insieme persone provenienti da esperienze politiche diverse. Molti degli intervenuti alla riunione hanno espresso con chiarezza l'indispensabilità di portare a buon fine l'obbiettivo della “Sinitra Unita”.
Tuttavia a leggere i commenti in alcuni blog relativi al 20 sett. dispiace e sconcerta che appaiano ancora alcune chiusure e preclusioni, segno non soltanto di immaturità (o infantilismo politico) ma anche di colpevole sottovalutazione della gravità del momento.
Eppure le indicazioni sono state chiare: iniziamo a costruire un soggetto politico di Sinistra, che abbia capacità di analisi, che sia in grado di elaborare un progetto di società e che si doti di strumenti per essere forza di governo e, perciò in grado di recuperare il consenso elettorale perduto negli ultimi anni e capace di costruire coerenti alleanze con le altre forze del centrosinistra. E' chiaro che a questo scopo sono necessarie una organizzazione ed una struttura, altrimenti la costruzione manca delle fondamenta per stare in piedi e funzionare.
Si è parlato di una struttura a rete, valida per la partecipazione diffusa e per collegarci fra di noi e sul territorio, ma non sufficiente di per sé a raggiungere e implicare tutto il popolo della sinistra: questo richiede di coinvolgerlo nelle proposte di soluzione, richiede democrazia interna, capacità di relazione, di ascolto, di dialogo, e radicamento sul territorio. Queste, oltre la capacità politica, dovrebbero essere le doti dei dirigenti, non la fedeltà di parte né l'obbedienza acritica come talvolta è avvenuto. La partecipazione non ha niente a che fare con il populismo, tanto meno con il plebiscitarismo; si tratta di convincere e non di vincere, ed in questo processo tutti gli interlocutori danno e ricevono qualcosa, ed alla fine sono diversi, hanno qualcosa in più.
Tutto questo evoca uno degli strumenti di analisi e conoscenza della realtà tradizionali della Sinistra, l’inchiesta, molto diffusa e praticata sul campo in un passato non molto remoto e che si è sempre rivelato una strumento efficace di coinvolgimento, di partecipazione e di discussione, che oggi è praticamente scomparso, sostituito dai sondaggi, estremamente distorcenti della realtà.
Oggi il nostro obbiettivo comune è la Costituente della Sinistra, da perseguire con urgenza, peraltro evitando gli obbiettivi intermedi politicisti che hanno distrutto la Sinistra arcobaleno, come ad esempio la formazione di liste prima di essere davvero UN soggetto politico. La sommatoria non funziona mai politicamente, e costruire un soggetto unico non è una passeggiata, ma è l’unica possibilità di avere nel paese una Sinistra, non autoreferenziale e con lo sguardo rivolto all'indietro. C'è bisogno di un Partito che si faccia carico dei problemi della realtà di oggi, di questo capitalismo globalizzato, diverso e peggiore rispetto a quello che abbiamo conosciuto nel dopoguerra.
Grazia Paoletti, Simona Zoccola - Associazione Luigi Longo

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