Sala di Rappresentanza del Comune
“Verso l’Unità della Sinistra – Le ipotesi in campo”
TAVOLA ROTONDA
Partecipano:
on Paolo Ciofi, Associazione per il Rinnovamento della Sinistra
sen Claudio Grassi, Partito della Rifondazione Comunista
sen Gianfranco Pagliarulo, Sinistra Rossoverde
Presiede:
Letizia Lindi, Circolo di iniziativa culturale carrarese
Per sopraggiunte ed improvvise difficoltà non ha potuto essere presente l’on Pino Sgobio del Partito dei Comunisti Italiani
Introduzione di Piercarlo Albertosi dell’Associazione “Luigi Longo”
Ringrazio i presenti in sala ed i compagni con i quali discuteremo sul delicato tema dell’unità della sinistra e sulle ipotesi che sono in campo. Ne ascolteremo i punti di vista, le proposte ed anche le difficoltà che eventualmente ci prospettano con l’attenzione ed il rispetto dovuti a chi, rappresentando organizzazioni complesse e collegiali come partiti e associazioni, deve procedere con cautela per consentire una sintesi che riesca a rappresentare il più possibile la volontà degli iscritti e degli associati.
Naturalmente il mio auspicio è che la discussione di oggi consenta di fare un ulteriore passo in avanti verso la riaggregazione di tutta la sinistra italiana, che è qualcosa di più impegnativo – come si può convenire – rispetto alla pur utile ricerca di alleanze elettorali o di patti di consultazione tra gli eletti nelle amministrazioni locali e regionali e proprio per questo necessita di percorsi attenti, ragionati, senza fughe in avanti ma anche senza retropensieri paralizzanti.
Mi limiterò, nell’introdurre questa Tavola Rotonda, a fornire alcuni spunti di ragionamento e a proporre in maniera sintetica le coordinate di una discussione che entri nel merito della questione.
Primo spunto. In questi giorni, sulle pagine nazionali de l’Unità, alcuni esponenti del mondo della cultura e del sindacato hanno lanciato un appello ai militanti Ds (che in questi giorni sono nel pieno dei loro congressi di base) affinché sostengano le ragioni contrarie alla creazione del Partito Democratico. “Ci siamo formati la convinzione – essi dicono significativamente – che in Italia c’è bisogno di un grande partito della sinistra che, a partire dalla piena rappresentanza del lavoro, sia un soggetto di trasformazione e di cambiamento della società, opponendosi così alla deriva moderata di una parte della sinistra italiana”.
Secondo. Per la prima volta, dopo 60 anni, tutta la sinistra rappresentata nei partiti è al governo del Paese, ne condivide il programma che essa stessa ha contribuito a scrivere manifestando una omogeneità di indirizzi politici su moltissime questioni di politica interna (pensioni, fiscalità, laicità dello Stato, difesa della Costituzione, diritti civili e sul lavoro, ecc) e di politica internazionale (pace, ambiente, ruolo dell’Europa, politica verso i paesi del Mediterraneo, questione israelo-palestinese, ecc). In sostanza, le differenze ed i distinguo che per decenni hanno segnato la storia dei rapporti a sinistra ed hanno alimentato conflittualità e competizioni elettorali, sono sempre più sottili e sfumati, fino spesso a scomparire.
Terzo. L’avvio del processo verso il PD da parte di Ds e Margherita, la fibrillazione nel centrosinistra nel corso della recente crisi del governo Prodi, le grandi manovre per ricostruire un centro politico tra Udc, Udeur, IdV con il dichiarato intento di favorire la nascita di un nuovo e diverso centrosinistra senza quella sinistra che loro definiscono estrema (cioè noi), hanno accelerato la discussione sull’idea della riunificazione di una sinistra che – va tenuto presente – non è tutta ricompresa nei partiti ma, anzi, essi ne organizzano una parte minoritaria.
Quarto. Lo scenario mondiale vede la piena affermazione del modello capitalistico. Emergono in maniera devastante tutti i grossi limiti e la sua incapacità a dominare il mostro che esso stesso ha generato con la rottura dell’equilibrio ambientale che sta portando alla distruzione del pianeta, con le paurose disuguaglianze sociali tra i diversi Paesi ed all’interno degli stessi paesi capitalistici, con le disuguaglianze tra i sessi, tra le generazioni, tra le classi, con l’esplosione di violenti fondamentalismi (non solo religiosi) e l’irruzione di scenari di guerre senza fine per il controllo delle aree militarmente strategiche e per il controllo delle fonti energetiche, con l’eclissi delle libertà civili, dei diritti sul lavoro, della democrazia che sempre più sta diventando un simulacro, con la mercificazione dei beni comuni (acqua, spazio, scienza, cultura) fino alla privatizzazione (attraverso la brevettazione) dei principi stessi della vita come sta accadendo per molti farmaci salvavita e per la sequenza del genoma.
Quinto. In una nostra precedente iniziativa organizzata nel febbraio scorso a Firenze sul medesimo tema, il compagno Aldo Tortorella (che stasera è impegnato sempre a Firenze in una iniziativa analoga a questa) ha ricordato come “stia prepotentemente avanzando un processo di subordinazione e di svalorizzazione del lavoro che rappresenta il massimo dello sfruttamento e dell’alienazione”. Concetto analogo lo troviamo nelle tesi congressuali del PdCI che sottolineano, in aggiunta, la modernità di rendere centrale per la sinistra il tema del lavoro salariato. Tutto questo mentre si stanno sviluppando in maniera rapidissima le innovazioni tecnologiche e scientifiche in tutti i campi e mentre – parallelamente – la stragrande maggioranza dell’umanità convive con povertà, paura, malattie, insicurezza, distruzione sistematica della natura.
Ce n’è abbastanza per porci la classica domanda del “che fare?” ma anche per ragionare su come accelerare i tempi della risposta e le forme dell’auspicata unità che possono rendere tale risposta non solo efficace nell’immediato ma anche solida per la prospettiva.
Insomma, servono non operazioni congiunturali per sopravvivere ad una aggressione immediata e per “passare la nottata” bensì per riscoprire il valore della categoria del “pensiero lungo” per dirla con Berlinguer, cioè, quel tipo di analisi lucidamente attenta alla realtà senza dogmatismi e devianti ideologismi che consente di aggredire i problemi alla radice ed inserire le soluzioni e le proposte all’interno di una visione strategica di trasformazione della società.
Di certo oggi è aumentata la consapevolezza che occorra ridiscutere i fondamenti politici di quella che dovrà essere la sinistra dei prossimi decenni. In sostanza una sorta di nuovo Manifesto della sinistra moderna che possa reggere alle sfide del mondo contemporaneo.
Tuttavia, preliminarmente o, quantomeno, contestualmente a questo occorre porsi il problema – appunto – del mettere fine alla diaspora, alla frammentazione, alla divisione.
Quali forme e percorsi debba assumere questa riaggregazione o riunificazione è la questione dell’oggi. Qui sta uno dei punti cruciali poiché un processo del genere non può essere costruito né con leggerezza né con precipitazione e, soprattutto, non è appannaggio dei soli partiti; viceversa occorre una discussione che coinvolga il più vasto popolo della sinistra a partire dal contributo - che non può che rivelarsi prezioso - di molti intellettuali che negli ultimi anni sono stati messi ai margini da una pratica politica sempre più autoreferenziale, escludente e permeata di tatticismi.
Oggi ritroviamo in campo più proposte, tutte di estremo interesse che solo in apparenza possono risultare lontane tra di loro e che in realtà non lo sono. Ne cito alcune: la Confederazione della sinistra, la Rete dei partiti e dei movimenti della sinistra, la Sinistra Europea, la Costituente di una Sinistra Nuova. Proposte avanzate da partiti, da settori di partito, da associazioni, da aree del sindacalismo di sinistra. Occorre entrare con i piedi nel piatto affinché la discussione non resti nell’astratto.
Le recenti dichiarazioni di Bertinotti sulla necessità di costruire una “massa critica”, di Cossutta che auspica “una sinistra unita che sappia parlare al popolo”, di Diliberto che rilancia la tesi di “sinistra federata” magari come fase transitoria, le posizioni dentro la sinistra Ds che parlano della “necessità di mantenere aperta una prospettiva socialista”, la pressione di alcune importanti associazioni nazionali affinché si inizi il percorso della Costituente della Sinistra Nuova, rappresentano il segnale più forte e più evidente che i tempi sono maturi.
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